Reparto Corse
Innovazione e ricerca per arrivare primi
Power Marine Off-Shore Racing Team nel 1986 inizia la sua avventura nel
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mondo delle competizioni partecipando, con un monocarena da 50 piedi, al campionato di Class-1 italiano, europeo e mondiale, proprio in quest’ultimo, in Nuova Zelanda, arriva il podio, un terzo posto che è solo il preludio degli innumerevoli successi che seguiranno.
Del “POWER 50” non si è costruita solo la barca ma ogni componente, timoni, flaps, invertitori, moltiplicatori e trasmissioni vengono progettati dall’equipe della Power Marine. Tutti i componenti sono studiati e operano in completa armonia tra loro, garantendo prestazioni e affidabilità che altrimenti non si sarebbero potute raggiungere.
Lo sviluppo della componentistica, del monocarena ed i successi che ne derivano continuano fino al 92, quando il Team decide, seguendo la tendenza del momento, di passare ai due scarponi. Unica parentesi, chiusa per un cambio di regolamento, si chiama “kite”, un trimarano, che a detta degli ingegneri Power Marine ha mostrato, in soli sei mesi di sviluppo, delle potenzialità che monocarena e catamarano
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non possiedono.
È subito feeling tra il catamarano e Corbelli, che non pensa ad esso come una barca ma come una grande ala che in acqua deve lasciare quei dieci centimetri di elica e di timone per garantirgli moto e direzione.
Gli studi idrodinamici degli scarponi e soprattutto quelli aereodinamici del tunnel che li unisce permettono di raggiungere delle prestazioni straordinarie e di abbattere record.
Come quello della vittoria in una gara, alla velocità media di 201 km/h che ad oggi è ancora imbattuto.
Power Marine Off-shore Racing Team nel 1996, dopo 200 gran premi 15 imbarcazioni prodotte e vari successi, decide di non partecipare più direttamente alla Class-1 e da quegli anni si limita solamente a fornire imbarcazioni, componenti e assistenza a terzi.
Nonostante questo i successi continuano a testimonianza della grande validità della Power Marine e delle barche realizzate.